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Intervista al presidente dell'Autorità Garante della protezione dei dati personali pubblicata su La Repubblica - 2 settembre 2011

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Intervista al presidente dell´Autorità Garante della protezione dei dati personali pubblicata su "La Repubblica" - 2 settembre 2011

"Dati on line da maneggiare con cura, possono scatenare l´odio sociale"
di Lucio Cillis

Roma – La pubblicazione online delle dichiarazioni dei redditi è uno di quei temi che vanno maneggiati "con molta attenzione", dice il presidente dell´Autorità garante della privacy.

Per il costituzionalista  Francesco Pizzetti "è un materiale terribilmente pericoloso", che rischia di creare – come nel 2008 quando l´allora ministro Vincenzo Visco diede il via libera alla pubblicazione dei redditi degli italiani una sorta di "odio sociale, travalicando i limiti e gli obiettivi della nuova norma, se mai dovesse essere approvata". Pizzetti parla di  "pericolosità ", proprio ricordando quel precedente, con "parenti, condomini, colleghi", impegnati a confrontare i propri redditi con quelli dei conoscenti.

Quello fu un caso di scuola. Oggi la lezione potrebbe servire a ridurre gli effetti negativi di una nuova norma fotocopia?
Certamente. Nel 2008  fummo costretti ad intervenire con urgenza: imponemmo lo stop alla pubblicazione dei dati, "liberati" su internet senza alcun tipo di protezione e il cui testo era modificabile da chiunque.

Visco ebbe quella improvvida idea che ne ha permesso la consultazione in tutto il mondo senza precauzioni. Oggi noi dobbiamo vigilare affinché non vengano consegnati al pubblico dei dati sensibili".

In particolare, quali accorgimenti andranno presi?
"Auspico che ci sia una grande attenzione e senso di responsabilità nel passare dall´attuale sistema di consultazione sul cartaceo, con paletti ben definiti, a quello online dove i dati una volta pubblicati sono difficilmente cancellabili. Bisognerà arginare la possibilità di ricerca delle dichiarazioni su Google, limitandone nel tempo  l´accesso. E poi c´è un altro tema sul quale riflettere: occorrerà essere chiari sul fine ultimo di queste norme. Se la legge chiede al cittadino di diventare "controllore" le informazioni non potranno essere modificate. Allo stesso tempo i dati da inserire on line dovranno essere limitati".

Ad esempio?
"Intanto mi aspetto che l´Autorità sia sentita dal legislatore prima di procedere per definire modalità e criteri. Serve un´estrema cautela. Si corre il rischio di rendere noti dei dati sensibili e la nostra preoccupazione è di proteggere la dignità delle persone. Pubblicare a determinate condizioni il reddito dichiarato è un conto, rendere note anche le eventuali esenzioni delle spese sanitarie o a chi venga devoluto l´8 per mille è tutta un´altra questione".

Infine si è aperto un nuovo capitolo: l´obbligo di indicare nella dichiarazione le banche dove si effettuano le operazioni.
"In questo caso siamo di fronte ad un´informazione strumentale a verifiche e controlli. E quindi di per sé lecita, come è già accaduto in passato".

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