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Intervista a Antonello Soro - Il Garante: "All'Italia manca ancora il decreto attuativo"

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Intervista a Antonello Soro - Il Garante: "All'Italia manca ancora il decreto attuativo"
Intervista ad Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali
(di Viviana Daloiso, "Avvenire, 24 maggio 2018)

Un ritardo colmabile. E una sfida da vincere, perché in ballo c'è "la protezione della libertà nella società digitale". Sono giorni febbrili per il Garante della Privacy, Antonello Soro, chiamato a districare gli ultimi nodi interpretativi del Regolamento europeo e mettere in pari un'Italia avvantaggiata grazie alla "lungimiranza" del suo Codice Privacy.

Presidente, a che punto siamo con l'attuazione delle norme? Manca ancora il decreto attuativo delle nuove regole: può spiegare che cosa comporta questa lacuna e che cosa ha fatto il Garante per colmare il ritardo?

Attualmente, lo schema di decreto legislativo di adeguamento è all'esame delle Commissioni parlamentari per l'espressione del prescritto parere, che dovrebbe proprio avvenire oggi, o - è un auspicio che rinnovo - in tempi rapidi. Naturalmente il Garante non può colmare le lacune legislative o comunque supplire all'assenza di norme primarie, necessarie per il coordinamento del nostro ordinamento con la disciplina europea. Per parte nostra, però, in primo luogo abbiamo reso il parere sullo schema di decreto in tempi assai brevi, al fine di accelerare l'iter di emanazione del testo definitivo. E poi abbiamo svolto un'importante attività formativa tesa a preparare adeguatamente imprese e amministrazioni alle novità contenute nel Regolamento.

C'è una svolta, che vedremo, nel campo della privacy?

Uno dei punti nevralgici del Gdpr (la sigla del Regolamento europeo sulla privacy ndr) è la sinergia tra la responsabilizzazione del titolare e il rafforzamento dei diritti dell'interessato. Se, infatti, il principio della prima autonomizza imprese e amministrazioni nella gestione del trattamento, dall'altro lato i diritti (conoscitivi e di controllo) dell'interessato sono significativamente rafforzati, con il riconoscimento non solo dell'oblio e della portabilità dei dati, ma anche della revoca e dell'opposizione.

Come cambia il ruolo del Garante?

Il Garante rafforza notevolmente la sua funzione al pari delle altre Autorità di protezione dati, che pur non dismettendo le vesti di istituzioni di prossimità divengono snodi essenziali di un sistema europeo di protezione delle libertà nella società digitale.

Cosa sarà del nostro Codice sulla privacy?

Il Codice italiano viene integrato, in parte abrogato e in generale coordinato con il nuovo quadro giuridico europeo, con il quale molte delle sue previsioni - penso alle più avanzate e lungimiranti - sono compatibili. I trattamenti per fini di polizia e giustizia penale vengono autonomizzati e disciplinati dal decreto legislativo di recepimento della direttiva 2016/680, che si applica specificamente a questa materia. Quanto ai provvedimenti sinora adottati, essi continueranno ad applicarsi in quanto compatibili con il nuovo quadro giuridico europeo, mentre con provvedimento generale il Garante individuerà (aggiornandole ove opportuno) le prescrizioni delle autorizzazioni generali emanate, con particolare riguardo ai trattamenti di dati genetici, biometrici, relativi alla salute.

Un commento sulla figura dei"Dpo", i responsabili della protezione dei dati: secondo gli addetti ai lavori si sta creando un business attorno alla privacy e a queste nuove figure professionali, spesso non abbastanza qualificate. C'è chi promette pacchetti di messa in sicurezza a 19,99 euro per le imprese, su Internet...

Il "Dpo" è una figura centrale nel sistema delineato dal Regolamento: in quanto chiamato a supportare il titolare nelle scelte strategiche sul trattamento, da lui dipende la "scommessa" della responsabilità sulla protezione dei dati. Gli è ascritta una vera e propria funzione di garanzia rilevante anche, per certi versi, sotto il profilo pubblicistico, dovendo assicurare la tutela dei dati dei cittadini, fungendo da referente tanto per loro quanto per il Garante. La qualificazione professionale è dunque indispensabile. Quello del "Dpo" tuttavia non può essere inteso come un "mestiere": è una funzione, anche di rilievo essenziale.

Scheda

Doc-Web
8968304
Data
24/05/18

Tipologie

Interviste e interventi