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Giuseppe Santaniello, Vice Presidente dell'Autorita' Garante per la protezione dei dati personali. - Chairman - Sessione 29 settembre - 'Attività ...

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Giuseppe Santaniello, Vice Presidente dell´Autorità Garante per la protezione dei dati personali. - Chairman - Sessione 29 settembre - ´Attivita´ giudiziarie e di polizia´

"Le esigenze di bilanciamento fra la tutela della riservatezza e le necessità delle attività giustiziali impongono oggi due passaggi fondamentali: conformare i vari sistemi giuridici ai criteri e principi che si derivano dalle fonti sopranazionali attuali e avviare un intenso processo di cooperazione internazionale, rivolto ad aggiornare il quadro normativo e ad accentuare la forza unificante e ordinante delle convenzioni internazionali". E´ quanto ha affermato il Prof. Giuseppe Santaniello, Vice Presidente dell´Autorità Garante per la Protezione dei dati personali, nell´intervento introduttivo alla sessione "Attività giudiziarie e di polizia" da lui presieduta.

Santaniello ha ricordato come la consapevolezza dell´importanza di approntare un quadro normativo vincolante per gli Stati ad un comune standard di garanzie fosse già avvertito negli anni settanta e ottanta. La direttiva n. 46 del 1995 della Comunità Europea ha poi rappresentato una fondamentale innovazione in materia, ponendosi come fonte sovraordinata ai legislatori degli Stati membri. Passi importanti nel campo della collaborazione tra Stati europei in materia di giustizia e affari interni sono stati in seguito compiuti prima con il Trattato di Maastricht e poi con l´entrata in vigore il 1 maggio 1999 del Trattato di Amsterdam, che ha determinato in materie come l´immigrazione e l´asilo un processo di "comunitarizzazione" attraverso modelli di "cooperazione rafforzata" ed è centrato infatti sulla creazione di uno spazio di sicurezza, libertà e giustizia da raggiungere attraverso strumenti che affinino la cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale fra gli Stati.

E´ ora necessario, ha affermato Santaniello, razionalizzare il quadro esistente in assenza di un riferimento normativo unitario. A questo fine il Consiglio dei Ministri europei della giustizia e affari interni ha costituito un gruppo di lavoro di cui fa parte anche il Garante italiano per ridurre le disarmonie esistenti e i rischi di disparità di trattamento nel riconoscimento agli interessati dei diritti di protezione dei dati. II vicepresidente del Garante ha espresso la convinzione che "l´introduzione di norme specifiche in materia di protezione dei dati non solo non costituisce un vulnus all´attività di inquirenti e polizia nella prevenzione e repressione dei reati, ma anzi ne consente maggiore incisività e trasparenza".

Riguardo alla necessità di avviare un processo di cooperazione internazionale - il Vice Presidente del Garante ha sottolineato l´esigenza di elaborare nuove formule. Le fonti sopranazionali finora elaborate hanno avuto riguardo soprattutto all´esigenza di imprimere linee unitarie all´attività di polizia degli Stati e non a dettare criteri di armonizzazione nell´ambito delle attività giustiziali. Ma nel quadro degli ordinamenti giuridici nessun sistema giudiziale può considerarsi un "comparto a paratie stagne" ed anche fra gli ordinamenti di giustizia è possibile inserire criteri di raccordo concernenti il trattamento dei dati personali per finalità di giustizia. Santaniello ha concluso il suo intervento formulando l´augurio che la nuova fase di collaborazione internazionale valga a costituire con valore universale il nuovo statuto dei diritti fondamentali della persona umana.

Roma, 29 settembre 2000

Scheda

Doc-Web
46841
Data
29/09/00

Tipologie

Comunicato stampa