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Neurodiritti: Stanzione, Garante privacy: definire uno statuto giuridico ed etico

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Neurodiritti: Stanzione, Garante privacy: definire uno statuto giuridico ed etico
Tra i compiti della protezione dati c’è la promozione di un’innovazione sostenibile

Tra i compiti della protezione dati c’è anche quello di promuovere un’innovazione sostenibile e non democraticamente regressiva. La rivoluzione digitale rappresenta infatti un passaggio epocale, in cui l’applicazione dell’intelligenza artificiale apre scenari inesplorati in ambito neuroscientifico. Lo ha affermato il Presidente dell'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, intervenendo oggi alla conferenza "Neuroethics in a Time of Global Crises", organizzata dalla Società italiana di neuroetica (SINe), in collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi di Milano e Società internazionale di neuroetica.

Se l’uso terapeutico delle neurotecnologie per la cura di malattie neurodegenerative è da promuovere, a tutela del diritto fondamentale alla salute, più problematico, ha spiegato il Presidente Stanzione, è il ricorso a tali tecniche per realizzare un potenziamento cognitivo, al di fuori dell’ambito clinico.

Si pensi infatti a progetti per l’installazione di chip nel cervello che permettono di potenziare le capacità cognitive, di “salvare” i ricordi e “scaricarli su un altro corpo o robot, o il programma d’interfacce cervello-computer, elaborato da un social network, per condividere contenuti on-line direttamente con il pensiero.

Ma non tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche giuridicamente lecito ed eticamente ammissibile, ha affermato Stanzione, ricordando le parole di Stefano Rodotà nella prima Relazione annuale dell’Autorità.  Nessun esercizio di diritto o libertà potrebbe dirsi tale, se realizzato per effetto del condizionamento, magari indiretto o parziale, delle neurotecnologie sul processo cognitivo.

Per questo, il Presidente del Garante della Privacy ha auspicato che attorno ai neurodiritti venga definito uno statuto giuridico ed etico, in base a cui coniugare l’innovazione con la dignità della persona. In caso contrario, c’è il rischio che tecniche preziose per la cura divengano strumento per fare dell’uomo una non-persona, un individuo da addestrare o classificare, normalizzare o escludere.

Roma, 13 maggio 2022

Scheda

Doc-Web
9770820
Data
13/05/22

Tipologie

Comunicato stampa