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Perché più privacy vuol dire più libertà - Intervento di Guido Scorza

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Perché più privacy vuol dire più libertà
Nella Giornata internazionale della protezione dei dati personali, il Garante ci ricorda come il modello di business dell'internet attuale si basi sullo scambio di informazioni contro servizi. Ma in futuro le cose potrebbero cambiare
Intervento di Guido Scorza, Componente del Garante per la protezione dei dati personali
(Repubblica, 28 gennaio 2023)

Si festeggia oggi in tutto il mondo la Giornata internazionale della protezione dei dati personali, istituita dal Consiglio d’Europa nel 2006. È l’occasione per fermarsi a riflettere, in un turbinio di eventi su temi e questioni diversi comunque legati alla privacy, in programma tra oggi e i primi giorni della prossima settimana, sulla centralità conquistata dai dati personali nei mercati, nella società e nelle nostre democrazie e sulle sfide che iniziano a delinearsi su una linea dell’orizzonte.

Viviamo nella società dei dati. Lo scambio di dati personali contro servizi – sebbene con sfumature diverse e quasi mai, sin qui, dichiarato con sufficiente trasparenza – costituisce il modello di business dell’internet che conosciamo ed appare destinato a costituire, nel futuro prossimo venturo, il modello di business del Metaverso che verrà, se verrà, di qualsiasi cosa si tratti.

Oltre quattro miliardi e mezzo di persone in tutto il mondo, ogni giorno, consegnano frammenti delle proprie identità personali nelle mani di una pletora di fornitori di servizi e contenuti digitali in cambio dell’opportunità di fruire, appunto, di tali servizi e contenuti. I nostri dati personali, quindi, vengono trasformati in informazione e conoscenza venduta – con formule diverse nella forma ma identiche nella sostanza – a grandi e piccoli investitori pubblicitari affinché possano indirizzarci pubblicità targettizzata, come si dice in gergo, ovvero pubblicità capace di intercettare più probabilmente i nostri interessi e, per questo, di fare più facilmente breccia nei nostri processi decisionali di consumo – e talvolta non solo di consumo – anche grazie al fatto che, sempre più spesso, ci è proposta in circostanze di spazio e di tempo nelle quali è più alta la probabilità che il messaggio commerciale sia efficace. In assenza di questo scambio è verosimile che l’Internet che conosciamo non esisterebbe anche se è difficile dire come, quanto e in che cosa sarebbe diverso.

Davanti a questa considerazione, i più di noi, normalmente, alzano le spalle con serenità rassegnata o rassegnata serenità: in fondo qual è il problema, si chiedono, se anziché ricevere la pubblicità di prodotti o servizi che non ci interessano, riceviamo pubblicità di prodotti o servizi che ci interessano?

Ci si guadagna tutti. Investitori pubblicitari, utenti e consumatori.

La giornata internazionale sulla privacy – probabilmente quella di quest’anno più ancora che quelle del passato – può rappresentare un’occasione preziosa per rispondere più e meglio di così a questa domanda. Il punto è semplice: più qualsiasi soggetto terzo ci conosce più è nella condizione di poter intervenire sui nostri processi decisionali, che si tratti di scelte di consumo, politiche, culturali o di altro genere. Il principio è lo stesso in ragione del quale se abbiamo bisogno che una persona ci dia una certa risposta a una qualsiasi domanda e temiamo che potrebbe darcene una diversa, preghiamo qualcuno che la conosce meglio di noi, di indirizzarle la domanda in questione.

La frase che normalmente, in questi casi, utilizziamo è: parlaci tu, perché tu la conosci meglio e sai come prenderla.

E, in effetti, è fuor di dubbio che sia proprio così: più si conosce una persona e più si è in grado di condizionare i suoi processi decisionali. Non è diverso quello che accade nella dimensione digitale: grazie allo scambio di dati personali contro prodotti e servizi, chi vende e fornisce i servizi in questione a miliardi di persone, sta imparando – e, in buona parte ha già imparato – a conoscere milioni, centinaia di milioni o miliardi di persone – a seconda il numero dei suoi utenti – così bene dal poterne determinare, con ragionevole approssimazione, ogni scelta. Nella sostanza, quindi, ogni qualvolta cediamo un po’ della nostra privacy, rinunciamo a un po’ della nostra libertà di scelta e del nostro diritto all’autodeterminazione perché consegniamo a qualcuno la capacità di condizionare le nostre decisioni, portandoci a scegliere come vorrebbe che noi rispondessimo.

Forse, a guardare alla questione in questa prospettiva, diventa più facile capire la rilevanza della questione: meno protezione dei dati personali significa meno libertà per il singolo – sui mercati, nelle cose della cultura, dell’informazione e in quelle della politica – e meno democrazia per la nostra società. Ecco perché fermarsi a riflettere, almeno una volta all’anno, sulla centralità della protezione dei dati personali, probabilmente, è più importante di quanto normalmente non si pensi.

Come Autorità Garante per la protezione dei dati personali, quest’anno, abbiamo deciso di celebrare la giornata internazionale per la privacy, che festeggeremo lunedì 30 gennaio, con una conferenza dedicata all’impatto del Metaverso che verrà sul diritto alla privacy. Nessuno sa per davvero se e cosa sarà il Metaverso ma la certezza è che se sarà, sarà una realtà più immersiva dell’Internet che conosciamo e multisensoriale. L’uno e l’altro elemento suggeriscono che per essere nel Metaverso dovremo condividere più dati personali e che, quindi, nel migliore dei casi, le questioni di protezione della privacy di oggi avranno una magnitudo quantitativamente più rilevante.

Ma guai ad aver paura del futuro. L’importante è studiarlo, conoscerlo e governarlo senza mai provare ad arrestarne la corsa. In fondo siamo a un giro di boa dopo i primi vent’anni veri dell’Internet commerciale e abbiamo davanti anche una grande opportunità: governare il Metaverso meglio di quanto non siamo riusciti a fare con Internet.

Buona giornata internazionale della privacy a tutti.

Scheda

Doc-Web
9850771
Data
28/01/23

Tipologie

Interviste e interventi