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Agostino Ghiglia: i consumatori devono saper difendere la propria privacy - Intervista a Agostino Ghiglia su "PrimaComunicazione"

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Agostino Ghiglia: i consumatori devono saper difendere la propria privacy
Intervista a Agostino Ghiglia, componente del Garante per la protezione dei dati personali
(di Claudio Cazzola, PrimaComunicazione, 9 giugno 2021)

Agostino Ghiglia è uno dei quattro componenti, eletti dal Parlamento, del Garante per la protezione dei dati personali, presieduto da Pasquale Stanzione, ed è stato il relatore dei due ultimi provvedimenti sui telemarketing selvaggio, quelli contro Fastweb e Vodafone. Gìi abbiamo chiesto un giudizio sulla normativa che sta per entrare in vigore.

Prima - La nuova legge aiuterà a risolvere il problema delle telefonate indesiderate a scopo promozionale?

Agostino Ghiglia - Sicuramente l'estensione del Registro delle opposizione ai numeri mobili rappresenterà un argine importante alla diffusione del telemarketing selvaggio. Stiamo attendendo l'ultimo passaggio al Consiglio dei ministri del decreto, che è già stato licenziato qualche mese fa dalla commissione competente della Camera, dopo di che il nuovo regolamento entrerà in vigore. Certo, toccherà a tutti, a cominciare dai media, far conoscere questa possibilità.

Prima - Le pesanti sanzioni comminate dai Garante negli ultimi due anni sono servite a bloccare o quantomeno limitare le pratiche scorrette?

A. Ghiglia - Finora devo dire non abbiamo visto grossi segnali di miglioramento. Nel corso del 2020 abbiamo avuto 2.500 segnalazioni e reclami. E quest'anno, a giudicare dall'andamento dei primi mesi, le cose non sono migliorate.

Prima - Come vengono trattati i reclami e le segnalazioni presentati dai cittadini?

A. Ghiglia - Le nostre istruttorie sono alquanto lunghe e complesse. Accorpiamo le segnalazioni in base al loro oggetto ed estraiamo i vari motivi di doglianza; quindi ci rivolgiamo ai titolari del trattamento e chiediamo loro di fornire tutti gli elementi di valutazione. Così inizia un'indagine che può richiedere anche un anno o un anno e mezzo, perché le società spesso affidano il lavoro a imprese esterne, che a loro volta si servono di subappaltatori e così via. Quindi i tempi inevitabilmente si dilatano. Alla fine, se è il caso, si arriva alla sanzione, che è commisurata al fatturato nazionale o all'aggregato dei fatturati mondiali, ne! caso di multinazionali. Nel primo giro ci siamo limitati al bilancio nazionale.

Prima - Dall' inizio del 2020 a oggi avete comminato sanzioni per 75 miÌioni di euro. Non sono bastate a far cambiare atteggiamento società?

A. Ghiglia - Se devo basarmi sulla mia esperienza personale sono costretto a rispondere di no; infatti sto continuando a ricevere tantissime telefonate da parte di una pluralità di soggetti e mi sto segnando tutti i numeri, così farò anch'io un esposto al Garante. Come utente sono molto infastidito da questa aggressività, anche perché sono molto attento alla mia privacy. Non do facilmente il mio consenso. Quando vado su un sito per leggere le ultime notizie sulla Juventus e mi appare una schermata che dice "Accetti o non accetti i cookies?", non sempre accetto, ma vado a vedere cosa c'è dentro. Il problema non è solo l'eccessiva aggressività di chi cerca di carpire i nostri dati, le nostre utenze, i nostri contatti. Il problema è che purtroppo siamo diventati degli 'accettatori' compulsivi.

Prima - Le persone di solito non badano troppo a questi avvisi e dicono di sì a tutto.

A. Ghiglia - È così, ma non va bene. Il mio slogan è 'Garantiamoci'. Tutti noi, in questo nuovo collegio del Garante, siamo d'accordo sulla necessità di diffondere la cultura della privacy. Il Garante deve essere l'ultimo scudo. Le prime linee siamo noi cittadini, che dobbiamo essere un po' più attenti a queilo che facciamo, non premere subito su 'Accetta' (a volte c'è scritto addirittura 'Accetta tutto', cosa che a me spaventa un po'), ma andare a leggere cosa significa.

Prima - Le avvertenze sui cookies hanno sicuramente un senso, ma se si traducono in una invasione di banner su ogni pagina visitata, alla fine nessuno li legge più.

A. Ghiglia - Purtroppo è così. Rischiamo un effetto paradossale: è doveroso ed è imposto dalla legge un avvertimento su quello che stai per fare, ma passando sempre più ore al giorno connessi a Internet, alla fine queste avvertenze perdono la loro utilità. È come nella favola: se si grida sempre al lupo al lupo, quando alla fine il lupo arriva nessuno si allarma e lui si mangia tutti i nostri dati.

Prima - Come mai è occorso così tanto tempo, più di tre anni finora, dalla legge di riforma dei gennaio 2018 sul marketing telefonico al regolamento di attuazione?

A. Ghiglia - Sinceramente non lo so. Le telefonate indesiderate sono una cosa che urta così tanto la nostra tranquillità che non si capisce come mai ci voglia tanto a cercare di porre rimedio.

Prima - Bisogna supporre che queste telefonate portino dei frutti a chi le fa. Altrimenti le società non rischierebbero di pagare milioni di euro di sanzioni.

A. Ghiglia - Temo che sia proprio così. Di recente all'amministratore delegato di una grande società, che ci esponeva il suo punto di vista e sottolineava la virtuosità dei loro procedimenti e la correttezza delle loro pratiche, ho posto questa domanda: è possibile che migliaia di persone continuino a telefonare da mezzo mondo a nome vostro per carpirmi un contratto, senza che alla fine qualcuno questo contratto lo compri? Non c'è mai una risposta chiara a questa domanda. In quell'occasione, dopo un arzigogolato discorso, la risposta è stata che un dipendente infedele si trova sempre, uno che compra proditoriamente dei contratti che non sono stati ottenuti in maniera lecita. Ma il discorso non regge.

Prima - Nelle sanzioni comminate alle società di telecomunicazione uno degli addebiti ricorrenti è l'utilizzo di call center abusivi, non iscritti al registro degli operatori della comunicazione. Il nuovo regolamento porrà un argine a questa pratica?

A. Ghiglia - Assolutamente sì. È una pratica che abbiamo sanzionato spesso nei nostri provvedimenti e continueremo a farlo. In caso di subappalto, che siano due o cento i subappaltatori, è sempre il titolare del trattamento che risponde del loro operato. Anche se il call center è situato in Albania. Faccio l'esempio di questo Paese perché lo scorso luglio abbiamo sanzionato per 200mila euro un operatore telefonico che aveva dato a un terzo dei contatti per creare un call center in Albania. La filiera può essere lunghissima, ma noi indaghiamo, arriviamo alla fine della filiera e comminiamo le sanzioni al titolare del trattamento.

Prima - L'emergenza pandemia che impatto ha avuto sul vostro lavoro?

A. Ghiglia - Ci stiamo occupando di diverse questioni relative all'emergenza, dal fascicolo sanitario elettronico al passaporto vaccinale. I problemi legati alla privacy si stanno moltiplicando in tutti i campì. Vedi, per esempio, lo sviluppo degli assistenti vocali, l'intelligenza artificiale, il cyberbullismo, gli attacchi alle piattaforme digitali, come quello scoperto di recente ai danni di Facebook, i problemi di sicurezza su Linkedin e Clubhouse, l'utilizzo da parte dei minori di TikTok, pratica questa che abbiamo bloccato fino a quando la società non ha adottato nuove misure di controllo dell'età; il revenge porn, eccetera. Abbiamo mille nuovi compiti.

Prima - Come riuscite a fronteggiare tutti questi impegni?

A. Ghiglia - Con grande difficoltà per la scarsità di personale e di risorse. Il lavoro si è moitiplicato, con una pianta organica che risale a 25 anni fa. Abbiamo metà o un terzo dei dipendenti rispetto a Paesi come la Germania, la Francia e la Gran Bretagna. Se le nostre risorse non saranno adeguate, tra un anno non riusciremo più a svolgere i nostri compiti con la dovuta celerità. Già adesso i nostri tempi sono troppo lunghi.

Prima - Le procedure per accedere al Registro de!le opposizioni e presentare una denuncia al Garante non sono troppo complicate?

A. Ghiglia - II Registro delle opposizioni basta solo nominarlo quando si riceve una chiamata indesiderata e nel 90% dei casi l'operatore dei cali center riattacca il telefono, come ho sperimentato io stesso più volte. Questo è un metodo molto pratico per zittire gli scocciatori. Anche il ricorso al Garante è abbastanza semplice: sul nostro sito c'è un form molto chiaro, di facile compilazione. Noi leggiamo tutte le segnalazioni, e cataloghiamo e poi avviamo le indagini. Se fossero solo qualche decina sarebbe facile per noi gestirle, ma purtroppo sono migliaia. E le indagini sono complesse; servono competenze informatiche; deve intervenire la Guardia di finanza, fare ispezioni, condurre studi sull'hardware. È un grosso lavoro...

Prima - Quando riceve una telefonata indesiderata sul cellulare l'utente può bloccare immediatamente il numero e segnalarlo come spam. Non si può pensare a una procedura automatizzata di questo genere per gestire il fenomeno del telemarketing selvaggio?

A. Ghiglia - Sarebbe possibile ma ci vuole una legge. Bloccare il numero è la prima cosa da fare, anche se spesso non serve a molto. Queste chiamate arrivano da numeri sempre diversi; ne utilizzano centinaia, se non migliaia; bloccarli tutti è difficile.

Prima - Ultimamente si sono moltipllcate le telefonate automatizzate, dove non c'è una persona in carne e ossa con cui prendersela ma solo un disco registrato. Non sono vietate?

A. Ghiglia - No, sono ammesse, ma occorre un consenso esplicito da parte dell'utente a ricevere questo tipo di telefonate. E qui torniamo al problema dei consenso. Sono sicuro di non aver mai dato, magari inavvertitamente, il mio consenso, visitando dei siti o acquistando dei prodotti online? È una domanda che dovremmo farci tutte ie mattine.

Prima - Un aspetto importante del nuovo regolamento è che azzera tutti i consensi prestati prima dell'iscrizione al Registro delle opposizioni.

A. Ghiglia - Esatto. Sarebbe un passo avanti. Ma soprattutto dovremmo cercare di vincere ìa pigrizia, iscriverci al Registro, segnalare, essere più attenti a cosa facciamo online; non essere bramosi di avere subito il prodotto che vogliamo acquistare, ma perdere qualche minuto a leggere un po' meglio l'informativa. Anzi, neppure tutta l'informativa, ma solo due punti essenziali: quanto tempo vengono tenuti i nostri dati e a che scopo vengono utilizzati. Questi sono i due aspetti più importanti. Se i dati Ìi usi a scopo di profilazione, e io sono un tuo cliente, la cosa in effetti può servire a migliorare il servizio. Se è prevista invece la cessione a terzi, allora la cosa cambia, dai i tuoi dati al mondo intero.

Prima - Insomma, dovremmo lamentarci meno e prestare più attenzione come consumatori.

A. Ghiglia - Assolutamente sì, il Garante fa tanto, lo dimostriamo con la nostra attività quotidiana, ma non sarà mai abbastanza se i consumatori non imparano a difendersi da soli. Per questo sono essenziali l'informazione e la comunicazione.